In questo periodo emergenziale che ormai si estende tra pause e riprese da più di 8 mesi, è stato più volte osservato che i bambini e gli adolescenti, da un punto di vista emotivo, sembrerebbero essere coloro che stanno scontando maggiormente il prezzo dell’isolamento reso necessario dalla diffusione e pervasività del virus.
Gli studenti delle scuole superiori, dopo una timida riapertura a settembre, sono tornati a svolgere la didattica per il 75% a distanza e hanno interrotto tutte le attività culturali, sportive e di socializzazione che facevano parte della loro routine o che avrebbero iniziato proprio come un rito di passaggio.
Sono entrati così in un nuovo stato di sospensione tutti quei rituali che caratterizzano proprio l’adolescenza come fase di sperimentazione e socializzazione, ritenuti tanto importanti per lo sviluppo dell’identità personale, per la partecipazione alla società civile e per la ridefinizione dei rapporti con i genitori e gli adulti in generale.
Non mancano in questa situazione critica esperienze di resilienza; di certo i ragazzi padroneggiano dispositivi tecnologici e social network con una tale intuizione da riuscire a coltivare relazioni, informarsi e costruire conoscenza nonostante tutte le barriere fisiche imposte dal distanziamento sociale.
Nonostante ciò, gli studi ci dicono che in particolare quando guardiamo il disagio psicologico che la situazione ha esacerbato ci sono alcuni aspetti specifici da non sottostimare. E’ interessante in questa direzione l’indagine sull’impatto psicologico della pandemia Covid-19 nelle famiglie in Italia promossa dall’Irccs Giannina Gaslini di Genova. La ricerca si concentra sulle prime settimane di lockdown e, attraverso l’analisi di 6800 questionari, rileva la percezione dei genitori di un aumento dei sintomi di stress psicologico dei figli: in particolare nella fascia 0-6 anni l’aumento dell’irritabilità, i disturbi del sonno e i sintomi d’ansia sarebbero predominanti. Mentre dai 7 ai 18 anni a prevalere sarebbe una sensazione di mancanza d’aria e una significativa alterazione del ritmo del sonno, con instabilità dell’umore e irritabilità. Senza tralasciare che il livello di gravità dei disturbi manifestati è strettamente correlato al malessere dei genitori.
Come devono comportarsi gli adulti davanti a questo fenomeno? Il contributo di Maura Manca, psicoterapeuta, presidente dell’Osservatorio Nazionale sull’Adolescenza ci sembra particolarmente utile: ripartire dall’ascolto. Recentemente è stato pubblicato il suo libro “Leggimi nel pensiero. Un viaggio alla scoperta dei problemi dei nostri ragazzi” che, seppure non pensato per rispondere alle problematiche che le restrizioni hanno fatto emergere con maggiore nitidezza, mette a fuoco un tema fondamentale ovvero il bisogno degli adolescenti non solo di socializzare con i pari ma di sperimentare un rapporto autentico con i genitori basato sulla conoscenza e la comprensione reciproci. Sembrerebbe che in questo momento trascorrere del tempo con i propri genitori sia diventato, non solo un “obbligo da dpcm”, ma forse uno dei fattori protettivi principali rispetto alle problematiche secondarie associate all’isolamento sociale.
Ulteriori approfondimenti e riflessioni meriterebbero le famiglie che, già prima della crisi, versavano in condizioni di precarietà socio-economica, quelle che si confrontano con situazioni di disabilità e i fenomeni sommersi di maltrattamento e di violenza domestica, che sappiamo essere in crescita [https://www.unicef.it/doc/10014/coronavirus-in-aumento-la-violenza-contro-i-minori.htm] e in questo momento rischiano maggiormente di rimanere invisibili.
Davanti a questo scenario, parlando direttamente ai ragazzi, abbiamo voluto riprendere e rappresentare graficamente le parole, o meglio i consigli, dello psicologo Giuseppe Lavenia, presidente dell’associazione Di.Te, espressi su la Repubblica il 13/11/2020 a proposito dell’ansia e dei vissuti che li caratterizzano in questo delicato momento storico.
Lasciamo allora spazio alle parole e alle immagini che ripercorrono le emozioni e le difficoltà più frequenti e normali nel contesto in cui stiamo vivendo. Compaiono ansia, aggressività, insonnia, tristezza, rabbia da un lato e, dall’altro, alcune strategie semplici ed efficaci che i ragazzi hanno a disposizione per attivarsi e per rispondere in maniera creativa e resiliente.
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