In una classe primaria dell’Istituto Comprensivo Antonio Montinaro (Roma) è in corso un lavoro sull’educazione alla cittadinanza, che prevede un approccio induttivo di tipo artistico/creativo attraverso il quale i bambini ipotizzano, progettano e realizzano la loro società ideale, focalizzandosi sulle azioni più importanti da compiere in quanto cittadini/ individui/ alunni/ bambini.

Filo conduttore emotivo è la ricerca della propria identità, inserita all’interno di un contesto socio-relazionale, per rafforzare l’importanza della collaborazione e dell’incontro con l’altro.

Il libro “Il paese dei colori” di Paolo Marabotto (edizioni Lapis) introduce a un mondo diviso, fatto di muri di mattoni che separano cinque regni di cinque colori diversi.
Uno scenario in cui prevalgono la paura dell’altro e l’esitazione nella scoperta. Ma ci sono anche la noia e la solitudine in un mondo tutto uguale. Un giorno il caso fa entrare la luce e da lì nasce la spinta verso il nuovo, che diventa irrefrenabile. I muri vengono buttati giù e la vita si colora di sfumature.

La lettura stimola la fantasia e gradualmente i bambini immaginano di vivere in città gialle, piene di sole e di spiagge, o in villaggi completamente rossi, dove si mangiano fragole, ciliegie e pomodori. In un paese tutto bianco nevicherebbe un anno intero, in uno tutto nero si potrebbe dormire a volontà.

Si procede poi col realizzare materialmente le città, utilizzando la tecnica del collage a strappo: si prendono strisce di cartoncino del colore scelto e si strappano così come viene, in maniera casuale, smussando angoli e contorni. Le case e gli abitanti vengono incollati sul foglio, in una forma irregolare e sfumata.

Provando ad allontanarsi dall’idea di lavoretti preimpostati, si cerca di abbracciare la pura e semplice creatività, non deve esserci per forza precisione, ma flusso di emozioni e di colori.
Si invita appositamente il bambino a non essere preciso, non servono le forbici. Bastano le mani!

Ed ecco che pian piano alla scelta del colore iniziale se ne aggiunge un altro, e poi un altro ancora. L’idea di un mondo che abbia un colore solo sembra non reggere più di tanto, neanche sul foglio, e quasi immediatamente i bambini accostano altri colori, aggiungendo altri personaggi ed elementi della natura. Senza una consegna esplicita da parte dell’educatrice, la classe arriva naturalmente a ricreare il finale del libro, dove i popoli si mescolano in allegria.

Attraverso l’espressione artistica i bambini rivelano che nella loro società idea l’altro non è poi così diverso da noi, arricchisce e dona colore.