Io: “Chi è l’Altro?”
Loro: “L’Altro chi? L’Altro che?”
Io: “Sì l’Altro che non sono io, cioè potresti essere tu, un’altra persona, un altro essere insomma”

A rispondere è una quinta elementare dell’Istituto Comprensivo “A. Montinaro” di Torre Spaccata, periferia est di Roma. Le idee e i pensieri emersi da questa domanda sono stati sorprendenti e oscillanti tra l’ironia e la scienza, tra il sapere e il romanticismo.


L’obiettivo era creare spiazzamento e la risposta “Lasagna” lo ha centrato, spiazzando tutto e tutti, oltre che suscitare una bella risata. “Lasagna” come metafora del nuovo, di qualcosa o qualcuno che non si immaginava, che non era previsto, per tale ragione è risultata sbalorditivamente una metafora calzante ed efficace. Tra le altre parole quelle più importanti e dense di significato, si sottolineano: “DNA”, “non io”, “tesoro”. Su cui si invita il lettore a riflettere.

Ciascuno dei bambini ha espresso le proprie idee liberamente senza alcuna direttiva strutturata da parte degli adulti, ma partendo da una domanda stimolo, si sono raccolte insieme le risposte su di un foglio. Ne è uscito fuori che la classe da sola ha trovato le risposte e ha aperto il percorso di decentramento e di sperimentazione dell’Altro sotto diversi punti di vista, a partire da una semplice domanda-stimolo.

Si è guidato il loro pensiero verso la complessità di trovare una definizione, rendendosi conto di quanto questa racchiudesse diverse parole e diversi significati e mondi all’interno, tutti ugualmente legittimi. Di ognuno si sarebbe potuto raccontarne una storia.

Dal farsi delle domande insieme si possono liberare i pensieri incondizionati o condizionati, da cui partire per esplorare qualsiasi tema, seguendo i dialoghi, dando attenzione alle idee e alle voci, fondamentali per capire chi si ha accanto e per aprire lo sguardo della mente.

In seguito il lavoro si è spostato verso una sperimentazione visiva dell’Altro, o meglio del “vedere” l’Altro, mediante la creazione di un ritratto di spalle en plein air in giardino, di un compagno o una compagna, seduti in cerchio uno dietro l’altro: cosa ho notato? Come ho visto l’Altro? Chi potrebbe essere se non lo conoscessi?

Per giungere infine ad una esperienza di giochi-esercizi teatrali corporei a coppie (gioco degli specchi, del mimo e di equilibri), in cui sfidare se stessi nel saper entrare in relazione con l’altro mediante lo sguardo e il corpo: cosa si è scoperto dell’altro? Come saper mediare e trovare un’intesa comune? Mi sono divertito?

Si chiude questa esperienza con un ritorno a una dimensione individuale riflessiva che apre la strada a altri ego possibili e immaginari, mediante il gioco delle ombre, in cui i ragazzi si sono piacevolmente meravigliati e divertiti a giocare, scoprendo la propria ombra “qualcosa che se anche non vuoi ti segue sempre”.

Una delle richieste spesso che viene fatta dalle e dai docenti della quinta classe della scuola primaria è quella di sostenerli nell’affrontare il passaggio della classe da un livello di istruzione all’altro. Si tenta dunque insieme di preparare i bambini e le bambine che stanno diventando pian piano dei ragazzi e delle ragazze, a un contesto di gruppo del tutto nuovo, quale sarà la scuola media, ovvero un piccolo grande salto dentro il percorso di istruzione obbligatorio, e per questo delicatissimo. Spesso accade che sono loro ad indicare la strada, ad avere dentro tutte le risposte.

L’incontro con l’altro è fondamentale per crescere emotivamente, per creare un buon clima di classe e per preparare gli studenti a qualsiasi contesto di apprendimento e di esperienza futuro. Navigheremo ancora, quindi, fino a maggio con questa classe per provare ad uscire dalla scuola primaria con qualche pizzico di consapevolezza in più.

La classe ha risposto a tutto e ringrazia per l’attenzione!