Alla regia delle attività che si svolgono nella nostra Casetta troviamo Claudia Bernabucci, 36 anni, educatrice e una grande passione per i libri. Oggi siamo andati a trovarla.
Ciao Claudia!
Ciao a voi e benvenuti in Casetta! Scusate, ma qui non c’è mai un attimo di calma.
Claudia, deve essere un privilegio poter lavorare in un posto così bello, pieno di bambini e immerso nel verde!
Eh già! Peraltro è proprio in linea con la mia frase simbolo: “ricco è colui che possiede un orto ed una biblioteca”. Grazie alla Casetta, mi sento molto ricca!
Beh, allora raccontaci qualcosa in più di questa Casetta!
“La Casetta delle arti e dei giochi” di Tor Sapienza è un hub educativo, con diversi progetti al suo interno. Il più grande traguardo è che ormai è un vero riferimento per la comunità e le famiglie del territorio, un luogo attraversato da diverse persone, in tanti modi, in base a bisogni ed interessi. E’ sempre in movimento, è arricchito da proposte e suggerimenti arrivate dai bambine, dalle bambine e dalle stesse famiglie. La qualità della nostra offerta educativa proviene dall’equipe che compone i progetti, che li caratterizza e declina nelle sue forme specifiche; le mie colleghe, al momento tutte donne, sono giovani e di differenti formazione, questo permette di avere davvero un approccio integrato e trasversale nel lavoro educativo sempre più centrato su progetti individuali e prese in carico complete.
Da quanto lavori in Antropos?
Da 7 anni, ho iniziato come educatrice e referente della Biblioteca del Punto Luce Save The Children di Torre Maura, servizio per minori 6-16 anni. Oggi coordino diversi progetti educativi ma continuo anche a seguire, con grande piacere, alcune specifiche progettualità riguardanti l’invito alla lettura. Mi occupo di minori e famiglie dai 0 ai 10 anni, seguo progetti di Sostegno alla genitorialità, attività per minori 0-5 anni, ludoteca 4-10 anni, ed un progetto di prevenzione e contrasto alla violenza sui minori chiamato “Inviolabili”.
In questi anni di esperienza, quale pensi sia stato il significato più autentico del tuo lavoro? Che impatto ha per te il lavoro educativo?
L’obiettivo centrale di tutto quello che faccio è creare possibilità per permettere ai più piccoli di crescere al meglio, nella propria famiglia, nel contesto e nel territorio in cui crescono; è lì che vogliamo arrivare attraverso i nostri servizi, partendo dal rapporto, dall’alleanza con la famiglia. Credo che il lavoro educativo è una delle chiavi per cambiare questo mondo, un’occasione per dare il proprio contributo a quel meraviglioso processo chiamato “crescita” che si muove dal primo sguardo, passando per il primo passo, parola, capriccio, a quel meraviglioso traguardo che è la libertà di scelta e la consapevolezza del proprio essere.
Ai genitori e ai colleghi, vuoi lasciare un consiglio o una proposta da educatrice?
Data la mia formazione ed il mio profondo amore per i libri non posso che consigliare un libro, un albo illustrato ad esser precisi, uno strumento che credo potentissimo per trasmettere emozioni, soffermare l’attenzione su contenuti, creare occasioni per sperimentarsi e pensare. Lo consiglio in particolare ai genitori, alle mamme soprattutto: “La prima volta che sono nata”, edito da Sinnos.
Grazie Claudia!
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